Pubblicato il Lascia un commento

Come coltivare il nocciolo

Il nocciolo è una pianta un po’ diversa dalle altre specie tipiche del frutteto, poiché i suoi frutti rientrano nella categoria “frutta secca” o “frutta a guscio” e quindi si consumano in modo diverso rispetto agli altri.

La pianta fa parte della famiglia delle Betulacee e ha portamento naturale a cespuglio con apparato radicale fascicolato, ha corteccia liscia e sottile, foglie ovoidali a margine seghettato e provviste di peluria nella pagina inferiore.

Il nome botanico del nocciolo è Corylus avellana, si presta molto bene a valorizzare gli ambienti collinari e la sua coltivazione professionale, chiamata corilicoltura, si può condurre efficacemente secondo i metodi dell’agricoltura biologica.

Clima e terreno adatti

Il nocciolo è una pianta tipica dell’Italia, lo si trova in particolare in zone collinari, sia del centro Italia che in settentrione, sono famose in tutto il mondo le nocciole del Piemonte. Si tratta di una specie ben resistente e adattabile, che teme il freddo estremo e il caldo siccitoso e i ristagni idrici.

Clima necessario alla coltivazione

Il nocciolo è una pianta presente in tutte le aree del nostro emisfero caratterizzate da clima temperato e in Italia si trova allo stato spontaneo in molte zone collinari e di bassa montagna. Si tratta di una specie rustica, che si adatta bene a svariate situazioni, anche se le temperature sotto i -12 °C accompagnate da un’elevata umidità dell’aria possono danneggiarla. Il momento di maggiore sensibilità al freddo è il risveglio vegetativo primaverile, quando i germogli appena spuntati vengono danneggiati anche da ritorni di freddo di 0°C. Anche le estati molto calde e siccitose con temperature che si protraggono a lungo sopra i 30 °C sono nocive perché causano la perdita anticipata delle foglie e portano ad un raccolto inferiore, con nocciole più vuote.

Il terreno ideale

Pur adattandosi a vari terreni diversi, il nocciolo rifugge quelli con ristagni idrici in cui si verificano marciumi radicali e quelli con troppo calcare attivo dove si notano sintomi di clorosi ferrica sul fogliame. Sono preferibili quindi i suoli abbastanza sciolti o di medio impasto, con ph vicino alla neutralità e con un buon tenore di sostanza organica.

Mettere a dimora un nocciolo

Per l’impianto di un noccioleto o anche solo di pochi esemplari, l’ideale è partire da piante di 2 anni di cui si abbia la garanzia che siano sane, solitamente fornita dai vivai professionisti. Il momento migliore per il trapianto è l’autunno, anche se si possono realizzare impianti primaverili, purché non troppo avanti nella stagione per non incorrere nel rischio di fallanze, ovvero della moria di alcuni esemplari.

Il trapianto. Se si tratta di un noccioleto professionale è bene lavorare il terreno, meglio se nell’estate precedente all’impianto, allo scopo di garantire il drenaggio alle radici delle piante, mentre per la messa a dimora di poche piante si può ricorrere allo scavo delle singole buche come per gli altri fruttiferi.
La buca deve avere grandi dimensioni proprio per garantire un buon volume di terra smossa all’apparato radicale, e quindi un buon sgrondo dell’acqua in eccesso. Nel ricoprire la buca si esegue una concimazione di fondo con letame o compost ben maturi, miscelandoli alla terra degli strati più superficiali. Si consiglia anche di aggiungere manciate di stallatico in pellets o di altro concime organico come cornunghia, per apportare più nutrienti. La buca può essere scavata a mano o con mototrivelle, soprattutto se il terreno è particolarmente compatto e dobbiamo piantare molti noccioli. La piantina si mette diritta nella buca, il colletto deve restare a livello del suolo ed è consigliato affiancarle un tutore come una canna per un sostegno iniziale. Si preme delicatamente il suolo per farlo aderire alle radici e infine si esegue una prima irrigazione per favorire l’attecchimento della pianta.

Materiale di propagazione. Il sistema più semplice e diffuso per la propagazione del nocciolo è l’uso di polloni provenienti da ceppaie certificate, in cui si abbia la sicurezza di ottenere esemplari dalle stesse caratteristiche della pianta madre. Altri metodi di propagazione usati sono la micropropagazione e la talea.

Impollinazione. L’impollinazione del nocciolo è anemofila, avviene cioè grazie al vento che fa volare il polline dei fiori maschili, detti “amenti” su quelli femminili provvisti di ciuffo rosso. Le piante sono però autosterili, quindi per l’impollinazione è indispensabile la presenza di varietà diverse da quella coltivata che fungano da impollinatrici o di noccioli spontanei delle immediate vicinanze.

Sesti di impianto. A seconda delle diverse varietà, soprattutto in base alla vigoria e anche in base alla fertilità del terreno, le distanze minime consigliate tra le piante sono di 4 x 5 metri e le massime di 6 x 6 metri.

Lascia un commento